Uno dei temi più dibattuti della Commedia riguarda l’opinione che Dante aveva di Federico II di Svevia. Nella dimensione religiosa del poema, l’ammirazione del poeta per l’imperatore svevo non gli impedisce di alimentare le sue riserve di fronte ad un personaggio sempre al centro di scontri e di sospetti. In questo modo, Dante scorge nell’animo di Federico II i segni del dubbio e dell’errore, la fiamma dell’eresia di chi limita il suo sguardo alla sola dimensione terrena, peccando di orgoglio e di irriconoscenza di fronte ai doni divini. Di qui la scelta di includerlo nel sesto cerchio dell’Inferno.
Parlando di Federico II, bisogno ricordare che la Capitanata ha un ruolo di spicco, visto che l’imperatore svevo è morto proprio a Fiorentino, in agro di Torremaggiore, come aveva predetto il famoso astrologo Michele Scotto. Di qui la possibilità di trovare altri nessi tra la Commedia e la leggenda di Fiorentino, di cui si parla nella seconda parte del libro.
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