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Parlare di pensiero non violento non vuol dire mettere in luce una corrente del pensiero contemporaneo, cercando di dimostrarne la compattezza e la coerenza. Un pensiero nonviolento, così inteso, non esiste. Esistono invece dei punti di contatto tra pensatori diversi per formazione culturale, per zona geografica, per le condizioni storiche nelle quali si sono trovati ad agire e riflettere. Accanto ad essi, vi sono anche differenze spesso notevoli, problemi aperti, aspetti da approfon­dire. Il pensiero nonviolento è una rete aperta di contributi, non un sistema filosofico.

Questo volume esplora le ragioni della nonviolenza attraverso il pensiero dei suoi maggiori maestri e teorici. In particolare si sofferma su Gandhi e sul suo discepolo Lanza del Vasto, su Aldo Capitini, su Danilo Dolci e sul monaco zen Thich Nhat Hanh. La nonviolenza è presentata come una complessa visione spirituale, etica e religiosa, oltre che politica ed economica, non priva di punti problematici e di contraddizioni tra le posizioni dei suoi diversi rappresentanti. Non dunque una apologia della nonviolenza, ma una sua sintesi critica, consapevole di quanto ancora è da fare e da pensare.

Pp. 240